Capitolo I – Le meravigliose architetture del Lanificio Brunetto

Di Giuseppe Guanci
Una tra le più importanti fabbriche pratesi, sebbene oggi poco conosciuta, era il lanificio di Brunetto Calamai. Il fondatore, nato a Prato nel 1863, rappresenta, per certi versi, l’emblema di quel genere di pionieri della prima fase dell’industrializzazione pratese: giovanissimo, ad appena 15 anni intraprende la lavorazione delle ‘lane meccaniche’ nell’alta Val di Bisenzio. Si trattava di una innovativa lavorazione da poco introdotta a Prato, che si sviluppava dove esisteva la possibilità di poter disporre di energia idraulica.
Nel 1891 Calamai, decide di costruire un nuovo stabilimento e acquista il mulino subito a monte di quello ‘delle Vedove’, posto sulla stessa Gora Bresci, il ‘Maceratoio’

Ai primi del ‘900 la fabbrica è diventata un lanificio a ciclo completo, entrandovi la materia prima di straccio o di lana nuova ed uscendone il tessuto finito. Nel 1922, la ditta si trasforma in Società Anonima Lanificio Calamai.
Quando tre anni più tardi si dovrà procedere ad un nuovo ampliamento per realizzare la tintoria ed un magazzino, i Calamai, imprenditori tra i più attenti alle novità, privilegiano il nuovo tipo di costruzioni in cemento armato, rivolgendosi al giovane ingegner Pier Luigi Nervi.
Nervi riprende quindi il tema delle travi inclinate, realizzandole in cemento armato e permettendosi di tenerle estremamente distanziante tra loro. Ottiene così una copertura che conferisce leggerezza all’edificio, e utilizza una struttura estradossata per indurre un effetto di stupore sull’osservatore, a cui per il momento nasconde le sue acrobazie statiche.

GIUSEPPE GUANCI

Artista e architetto pratese, dopo il diploma al Liceo Artistico di Firenze, si dedica per molti anni all’arte.
Nel 2002 si laurea in Architettura a Firenze. cominciando ad occuparsi anche di design, e abbandonando momentaneamente la produzione di opere, poi ripresa nel 2009. Le sue opere, leggere e dense allo stesso tempo, raccontano con un intreccio di fili metallici il Dna di Guanci e della sua città d’origine.
Vive e lavora a Prato dove si occupa anche di pubblicazione di libri sull’archeologia industriale